Castel Sant’Angelo: dal nostro beb al centro di Roma, sono appena cinque minuti a piedi
Castel Sant’Angelo è forse il più antico monumento, che sia ancora in vita e che abbia vissuto sempre intensamente. Lasciò il suo nome nella storia di Roma imperiale da Adriano a Settimio Severo ; poi in quella del mondo cristiano fino da quando vi apparve sopra l’Angelo riponente la spada nel fodero, e fu il monumento tenuto dai papi come fortilizio a sostegno del loro potere e temporale e religioso, e frequentemente vi abitarono ; poscia fu galera e caserma, ed ora è Museo nazionale di storia militare e di arte.
Le vicende secolari del vetusto e celebre monumento appariranno dallo scritto qui esposto; giova solamente ricordare il nome di alcuni benemeriti che hanno concorso a “salvare”, è la parola, Castello Sant’Angelo.
Nel 1900 furono cominciati i lavori di sgombro del Maschio e cominciati i restauri e si deve all’azione viva e continua e potente del generale Luigi Durand de la Penne se furono vinte le difficoltà che si affacciarono ad ogni istante per provvedere al ricovero delle molte truppe e dei moltissimi materiali che occupavano il vasto monumento ; e si deve alle LL. EE. Boselli e Rava, i quali durante i restauri furono Ministri della P. I. ed i restauri favorirono e protessero. Concorsero alle spese S. M. la Regina Madre, il Comune di Roma, i Ministeri della Guerra e della Istruzione Pubblica (che lasciò all’amministrazione dì Castello le quote di entrata al Monumento), e concorse in larga misura il Comitato per la Esposizione del 1911, presieduto dall’on. Conte di San Martino, essendoché in quell’occasione fu tenuta in Castello una “ Mostra di arte Retro-spettiva ” molto interessante. Anzi tanto interessante che mentre tutte le altre sezioni dell’Esposizione del 1911 si chiusero nel Novembre di quell’anno, la mostra di Castello durò fino al Giugno del 1912.
Zelante, intelligente, continuo operatore nel periodo più intenso del lavoro fu il compianto ing. Pilade Coari.
Dopo l’esposizione del 1911-12 furono ripresi i ristauri, ed ancora si iniziò una impresa storico-artistica di grande interesse giacche’ si volle fare a Castello un Museo della “ Roma sparita ”, Le parole dicono tutto ; si cominciò a portare materiale epigrafico, araldico, storico di prim’ordine, in grande parte proveniente dalle demolizioni degli antichi fabbricati che cedevano il posto alla “ Roma Nuova ” e dagli archivi del Comune e dei Ministeri, e sì ebbero molti doni di privati ; ed insieme a questi elementi di storia e di arte fu allogato in una delle casermette di Urbano UHI il Museo della storia del genio militare, bene a posto nel Castello, che fu ed è monumento eminentemente di Ingegneria Militare.
Inutile dire di quanto avvenne fra il 1914 ed il 1925. Furono separati gli uffici di direzione dei due enti ; cioè: parti basse del Castello racchiuse dal poligono stellato di mura (ove era il Museo del Genio) che rimase alla dipendenza del Ministero della Guerra, e Maschio del Castello che rimase al Ministero della P. I. Fu abbandonata l’idea di farne un museo di Roma, e ne fu disperso il materiale restituendolo agli enti od ai privati che l’avevano fornito; furono sospesi i ristauri, e tutto cadde nell’oblìo, finché nel 1924, essendo Ministro della Pubblica Istruzione S. E. Pietro Fedele, è stata ridata vita al glorioso monumento e ne è derivato l’odierno “ Museo Nazionale Militare e d’Arte ” sotto l’egida del Capo del Governo e dei due Ministeri: Guerra ed Educazione Nazionale.
E benemerito nel periodo odierno di ordinamento il ten. col. Ugo Badalucchi attivo e studioso; e concorre all’incremento ed alla finalità educatrice della istituzione la “Società degli Amici di Castel Sant’Angelo” con manifestazioni di cultura e d’arte, con doni e con acquisti di oggetti pel Museo.
MARIANO BORGATTI (Bondeno, 21 maggio 1853 – Roma, 5 aprile 1933)
L’esterno del Castello
L’escursione che s’intraprende avrà il carattere di riepilogo della Storia esposta nella Parte 1. la quale verrà rievocata mentre si percorreranno le parti del monumento ; e perciò saranno frequenti le citazioni alla Parte 1 . predetta, affinchè la storia illustri la topografia.
Si può incominciare all’estremità di riva sinistra del ponte Sant’Angelo, ove il Lungo Tevere moderno ha modificate le condizioni topografiche dei tempi di Nicola V, Giulio II, Clemente VII.
A proposito del ponte si ricordi quello costrutto da Adriano poi i restauri di Nicola V di Alessandro VI di Urbano VIII cogli Angeli appostivi da Clemente IX ; l’ultima modificazione fu fatta dal Genio Civile insieme al Lungo Tevere .
Il Lungo Tevere di destra, che passa sotto al Castello, sfoga ad est in una grande via con giardini lungo ai bastioni ed alle cortine dell’antico recinto ; e ad ovest sbocca nella piazza Pia, recentemente ingrandita ed allegrata da ajuole di fiori. Nella cortina da questa parte, fra gli antichi bastioni S. Pietro e S. Spirito (del quale è rimasto solo un orecchione ) è il Monumento ai Caduti dell’arma del Genio, bell’opera del Maccagnani.
Sulla fronte del Castello e dei muri che limitano il Lungo Tevere vi sono tre grandi accessi : due laterali (cancelli) danno al giardino ricavato nel terrapieno interno del forte, poi caserma, ed in questo giardino è il Museo dell’arma del Genio ; l’accesso di mezzo (portone) dà al maschio del Castello, Museo Nazionale di arte e di storia militare.
IL PIAZZALE O GIARDINO INTERNO ED IL MUSEO DEL GENIO
SI ENTRI dalla cancellata di sinistra ; presso l’ingresso è la Direzione del
Museo del Genio e quella dell’ Istituto di Storia della fortificazione. Proseguendo pel viale di fronte si scende nel piazzale al Museo ; a sinistra, nel piccolo fabbricato ristaurato ad imitazione di case del rinascimento è la sede della Santa Barbara del Genio, Associazione fra i Reduci dell’arma; a destra si stende il grande giardino che ha sostituito il piazzale incolto della caserma; di fronte v’è l’ingresso al Museo.
In un punto del giardino è stato lasciato scoperto un tratto di muro in sopraelevazione corrispondente ad un tratto di controscarpa del fossato acqueo che al tempo di Alessandro VI contornava il recinto quadrato turrito ; ed è dal giardino che si vede nella sua imponenza il Castello del 1500, perchè emerge sul terreno il quale all’incirca ha lo stesso piano di quota che aveva allora (fig. 252).
A sinistra dell’osservatore si eleva il bastione detto S. Luca, con sopra un fabbricato ove sono gli uffici di Direzione del Museo Nazionale di Castello e che era un tempo caserma ai piani bassi, ed armeria di Clemente X (1675) al piano superiore (pag. 456).
A destra si eleva il bastione detto S. Marco, con sopra un gruppo di fabbricati (alloggi), che si debbono a Pio IV (1560 circa).
Al bastione S. Marco fa capo il Corridojo o Passetto che congiunge Castello al Vaticano. Esso è una trasformazione, una utilizzazione può dirsi, delle mura fornicate colle quali Leone IV (847-85 5) cinse Borgo e che da lui prese nome di città Leonina. Al Passetto fecero lavorare parecchi papi e si vegga quanto fu scritto per Nicola III, Giovanni XXII, Pio IV, Urbano Vili.
Il Museo del Genio è una superba raccolta di modelli, plastici, disegni, cimeli che dànno la storia della fortificazione italiana e delle costruzioni militari principali e la tecnica del servizio del Genio in guerra, (telegrafia, telefonia, radiotelegrafia, ponti, mine, lavori di zappa, ferrovie, fotografie, ecc.) e ricordi episodici e tecnici delle guerre tutte, con cimeli e ritratti dei soldati d’ogni grado che hanno onorata l’arma. Sono in tutto 87 fra sale e camere, sistemate nelle due casermette di Urbano VITI opportunamente ristaurate (l’esterno è riportato alle linee che avevano in origine ) ed in un fabbricato appositamente costrutto sul terrapieno fra i bastioni S. Paolo e S. Maria. E se ne farà brevissima descrizione .
Al vestibolo d’ingresso vi sono due modelli (al vero) che rappresentano uno il soldato zappatore o lavoratore della legione romana, l’altro il soldato del genio dell’ultima guerra per l’Unità d’Italia.
Al i° piano, alle pareti del corridoio centrale vi sono modelli di fortificazioni, figurini della storia della divisa del genio, diplomi di benemerenza dell’arma, etc.